sabato 26 gennaio 2008

Il NOME LOUIS POLETTI ED HOTEL D' ITALIA - DAVENPORT

GINO CAMPIONI,TRADUTTORE Nel libro "La Nostra Costa" scrivo che il Hotel D'Italia in Davenport era un posto per gli ranceri italiani e loro famiglie di fare riunioni e divertimenti. I padroni del hotel erano Furlani Mia madrina "Pina" Micossi e suo marito Frank, Francesco Bragazzi (il Carabiniere) e Giuseppe "Beppo" Ferlizza. Il quindici Dicembre di quest'anno sarà l'anniversario sessanta duesimo di quel fuoco terribile che ha distrutto quell albergo. Thelma (Micossi) Gill (per cui mio padre fu il padrino), potrebbe essere l'ultima sorvivente che vide il fuoco in persona. Essa fu molto graziosa di scrivere suo conto di quella sera per i lettore di La Nostra Costa Blog. Grazie, Thelma. Ivano Davenport Hotel ..Fuoco brucia Hotel D'Italia al suolo. Queste parole apparveno alla capo pagina del giornale Santa Cruz Sentinel, il giorno dopo 15 Dicembre, 1945. Il Hotel D'Italia fu costruito nel 1906, un posto caratteristico della Contea Santa Cruz. Il hotel fu distrutto completamente dal fuoco di domenica, 15 Dicembre, quando credemo che fili elettrici difettosi hanno iniziato il fuoco in una stanza vuota del edificio. Vicini hanno veduto segni del fuoco verso le 8:30 di sera, ed entrando hanno trovato fumo che usciva da una stanza chiusa à chiave. Quando hanno potuto entrare, trovarono la stanza in fiamme. L'elettricità fallì subito nel intero edificio. Tre divisioni di pompieri di foresta furono chiamati, due da Felton ed una da Soquel, insieme dei pompieri da Santa Cruz. I pompieri volontari di Davenport erano subito presente con loro capo, Leonard Domenichelli. Fra tutti questi sulla scena del disastro, non trovarono mezzo di fermare le fiamme che saltarono fra tutta la struttura di legno, bruciandola completamente al suolo entro 45 minuti. Gli equipaggi per combattere il fuoco non bastarono per un fuoco così grosso, e la pressione di acqua era molto debole. I fiumi erano troppo distanti. I fuoco fu finalmente controllato alle 10:15. Almeno i pompieri hanno potuto fermare il fuoco che non incendiasse il negozio del fabbro ed altri posti vicini, incluso anche parecchi serbatoi di gaz fiammabile. Quella Domenica mi ricordo che mi preparavo per andare alla scuola, quando senti un uomo bussando alla porta. Era un uomo che mi ha informato che l'osteria era in fiamma. Subito lo ho fatto entrare e mi ha indicato dove era il fuoco. Dal tempo che lo vedevo e che sono tornata in casa per informare mia madre e gli altri, le fiamme gia entravano tutti i corridoi. Poi le luce erano spente, lasciando tutto l'edificio nello scuro. Tutti presente sembravano di volere levare tutte le cose che potrebbero essere salvate, ma mi ricordo che in 45 minuti tutto l'edificio era completamente distrutto. Mi ricordo essendo vicino la stanza dove erano i liquori e sentire l'esplosioni delle bottiglie. Mentre guardavo quando bruciava l'osteria, c'era tanta confusione, ma ero sorpresa che c'era anche tanto saccheggio. C'erano dei residenti del albergo che erano nelle loro camere ed ebbero da saltare dalle finestre per scappare il fuoco. Avevamo macchinette da gioco nel albergo, e naturalmente quelle furono salvate, poi scoprire che il giorno dopo erano scomparse. Non c'era tanto da salvare, perchè il calore aveva distrutto quasi tutto. La cassa forte era l'unica cose che rimaneva. Era composta di acciaio molto massiccio. Dopo trovare la chiave per aprirla si trovò che l'argento era diventato un solo pezzo. La moneta di carta era tutta nera e fu necessario di remandarla alla zecca per farla scambiare. Quella Domenica eravamo senza casa. Abbiamo dovuto dipendere con amici per darci posto per dormire la notte. La famiglia Caiocca erano certamente buoni amici ed hanno offerto qualunque aiuto per mia madre. Essa stette con la famigila Caiocca. Io avevo amicizia con Yoli Moro e loro mi hanno tenuto in loro casa per piu di una settimana. Il restante degli residenti al'osteria sono andati al Ocean View Hotel per dormire. Mia madre aveva una casa in Davenport, ma era occupata e abbiamo dovuto aspettera due settimane avanti che la potremmo occupare da noi. I giorni seguenti visitavamo spesso le rovine. Mia madre ora debbe cominciare unaltra vita, per risolvere tutti i problema che aveva di fronte. Poi entrò in compagnia con i Caiocca nel loro negozio, ed apri un osteria con sua licensa da vendere liquore. Il Hotel D'Italia fu costruito nel 1906, poco dopo il terremoto di San Francisco, dalla agenzia Coast land and Dairies Company di Davenport. Circa 1923 fu comprato da mio padre, Frank Micossi, Frank Bragazzi, e Giuseppe Ferlizza dalla agenzia. Questa era l'epoca di proebizione (di alcole) e c'era tanto traffico di contrabbando. Circa 1935 il sito fu ricostruito per includere cucina, bar, sala da cena, e da ballo, con circa 65 altre stanze. Operato per tanti anni, il grande edificio era usato in parte per Messicani e Flilppini cui erano impiegati dagli agricoltori nella zona di Davenport. In quei tempi i Messicani venivano per cogliere verdure della stagione, cavolini di Bruscelle, carcioffi, broccoli. Trovare case per questi lavoranti di passaggio era un problema. Carabiniere (Frank Bragazzi) e mia madre (Josephine Micossi) con l'aiuto di Louis Poletti, che fece venire questi lavoranti, fecero d'accordo di fornire circa 30 stanze con cucina e salotti per quei lavoranti. I fuoco cominciò nel posto che occupavano. L'assicurazione fu $4,000. Questa somma ora debbe essere condivisa con gli altri due compagni, le tenute di Frank Bragazzi e di Ferlizza. La licenza per liquore e birra era nel nome di Josephine Micossi. Ma per finire, queste parole furono dette prima, "Era una notte infama" per me. Lo trovo difficile esprimere che effetto lungo e brutto un disatro di questo genere puo fare. Thelma Micossi Gill Ivano dice, Non dimentircare di visitare La Nostra Costa sul Internet. www.lanostrascosta.com-a.googlepages.com

4 commenti:

Ivano Franco Comelli ha detto...

Ivano dice: Commento su mi 'blagga'
www.nostra-costa.blogspot.com


Louis Poletti
If I am not mistaken that was my father's partner. Louis Poletti owned the Foothill Ranch and my father was either a partner or a part owner of the ranch or both.
I remember Louis Poletti's office across Highway 1 from the Davenport Cash Store. His business was called the Davenport Growers Association and I had an ash tray which was at 503 and it was one of the things stolen. We used to pack the sprouts and artichokes in colorful boxes and the artichokes in colorful paper and boxes and then they would be taken to Poletti's shipping house in Davenport where they were put on the train and shipped out if I am not mistaken. I kept the shipping paper for the artichokes and made a cover for my catechism book which I still have. The color has faded but it was quite beautiful when new. I remember meeting Mr. Poletti who had a cane.
Nancy Quilici Jacobs

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

Affascinante la sua storia, grande e bellissimo il suo impegno nella ricerca delle "radici" familiari

Luciana
http://www.comoinpoesia.com

Ivano Franco Comelli ha detto...

Grazie Luciana: Per favore visita anche mia 'blagga" Certi articoli son in Italiano. Sempre Avanti. Ivano

Poletti Corrado ha detto...

Cara Signora Luciana, sono lieto di aver visto il suo commento sul blog e allo stesso tempo La ringrazio per l'apprezzamento.
Ho visto dalle informazioni che la riguardano che è stata una coordinatrice didattica e ciò mi ha fatto sentire ancora più vicino, io infatti sono un'insegnante di laboratorio in una scuola professionale alberghiera.
Come ha potuto vedere Il Signor Ivano gestisce un Blog in California che tiene in contatto parecchie splendide persone, soprattutto di origini italiane che abitano negli States ma che hanno un grandissimo attaccamento per la cultura italiana.
E' tra di loro che ho trovato informazioni sulla storia degli emigranti delle "nostre terre" verso l'America. Storie incredibilmente affascinanti che credo non debbano essere lasciate cadere assolutamente nel dimenticatoio, anzi trasferite ai nostri figli e ai futuri nipoti.
Interagisca con il sito www.nostra-costa.blogspot.com (scriva anche in italiano se necessita) vedrà che magari troverà qualcuno delle parti di como che sarà felice di prendere contatto con la terra d'origine.
Concludendo la saluto e Le faccio i migiori auguri di Buon lavoro.

Ps: sono stato sul suo sito di poesie.... davvero bello..... complimenti.